Cosa succede al grasso del corpo quando perdiamo peso? La gran parte di noi non sa rispondere a questa domanda. Tutti vogliono mettersi in forma ma solo pochi hanno le reali nozioni per sfruttare al meglio i substrati energetici introdotti nel copro umano mediante la dieta. Alcuni sono convinti che “il grasso si scioglie con il sudore”, altri che si trasforma e si dissipa sotto forma di calore… ma qual è la verità? Cosa succede al grasso quando perdiamo peso?
pubblicità
Dove va il grasso corporeo quando si dimagrisce?
Dove va il grasso corporeo quando si dimagrisce? Se avete risposto che diventa energia, avete sbagliato, ma consolatevi: siete in buona compagnia. Secondo un’indagine pubblicata sul «British Medical Journal» a dicembre 2014, oltre metà di un campione di 150 professionisti di dietologia, medici di base e personal trainer ha risposto a questa domanda parlando di trasformazione in energia o calore.
Eppure dovrebbe essere piuttosto evidente che se la massa di grasso venisse interamente o parzialmente convertita in energia, ci troveremmo di fronte a una trasformazione disastrosa. La conversione in energia di un solo grammo di materia equivale grosso modo a una bomba atomica in grado di distruggere una città, come quelle usate nella seconda guerra mondiale su Hiroshima e Nagasaki: perdere un chilogrammo di grasso sarebbe l’equivalente di una guerra atomica. Però si parla comunemente di «bruciare grassi».
Le altre risposte più frequenti sono che il grasso viene eliminato nelle feci, nel sudore o nell’urina, oppure si trasforma in massa muscolare. Sono già più sensate, visto che perlomeno rispettano la legge di conservazione della massa, ma sono comunque errate, perché in realtà il grasso se ne va principalmente sotto forma di anidride carbonica, attraverso la respirazione.
pubblicità
Più specificamente, grazie alla complessa biochimica del corpo umano, in condizioni normali un chilogrammo di grasso che viene perso se ne va sotto forma di 840 grammi di CO2 e 160 grammi d’acqua. L’acqua è eliminata tramite feci, urina, sudore, saliva e altri fluidi corporei, ma il grosso del lavoro spetta alla respirazione.
Il grasso viene “smaltito” dai polmoni
Il fatto che si smaltisca il grasso soprattutto attraverso i polmoni è una rivelazione sconcertante per molte persone, compresi parecchi addetti ai lavori, probabilmente perché
diete e indicazioni sugli alimenti si basano sulle chilocalorie o sui chilojoule, quindi ragionano in termini di energia, e perché il nostro respiro, essendo invisibile, ci sembra immateriale e privo di massa. In realtà ogni respiro ci alleggerisce mediamente di 33 milligrammi di CO2. Alla cadenza normale di 12 respiri al minuto, in un giorno esaliamo circa mezzo chilogrammo di massa di cui non ci accorgiamo.
Anidride recente
Purtroppo non basta respirare più velocemente per smaltire più grasso. Se si respira più di quanto necessario per l’attività fisica svolta, si va in iperventilazione. Non si scappa: bisogna, in sintesi, mangiare meno e muoversi di più, e il corpo è molto efficiente nell’estrarre dagli alimenti l’energia chimica che contengono. Gli autori dell’indagine sottolineano che un singolo muffin da 100 grammi rappresenta circa un quinto del fabbisogno energetico complessivo quotidiano di una persona media, per cui basta questa trasgressione minima per vanificare un’ora di ginnastica.
pubblicità
Dimagrendo non peggiorerai la situazione climatica
In questi tempi di preoccupazione diffusa per l’aumento vertiginoso dell’anidride carbonica in atmosfera, scoprire che il grasso corporeo si elimina soprattutto come CO2 può far venire il dubbio che dimagrire contribuisca ai cambiamenti climatici. Ma non possiamo usare questa giustificazione per svicolare dalla dieta: questi cambiamenti sono innescati dal rilascio dell’anidride carbonica antica, intrappolata negli organismi fossili diventati idrocarburi, che si aggiunge a quella attuale. L’anidride carbonica che viene esalata dalla respirazione è invece recente, perché proviene da alimenti (piante o animali) che l’hanno estratta dall’atmosfera pochi mesi o anni prima e quindi viene semplicemente restituita all’ambiente. Come capita spesso, insomma, nella scienza conta non solo saper trovare le risposte, ma anche saper fare le domande giuste.
Fonte: Le Scienze – Autore: Paolo Attivissimo
Piccola curiosità aggiuntiva: se il prodotto finale del catabolismo dei grassi (lipidi/trigliceridi) è la CO2, il prodotto finale del catabolismo proteico è invece rappresentato da un composto a base di azoto (N) noto come urea, espulso con le urine.
pubblicità