Vertigini e capogiri: cause e test diagnostici

La vertigine è un sintomo che deriva dalla distorsione dei rapporti normalmente esistenti tra il nostro schema corporeo e l’ambiente che lo circonda. La percezione dei suddetti rapporti deriva dalla integrazione (interpretazione) a livello del sistema nervoso centrale (cervello) di informazioni sensoriali provenienti da diversi recettori (organi di senso) quali:

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  • occhio
  • orecchio interno (labirinto vestibolare)
  • propiocettori, cioè recettori di posizione e movimento del corpo situati nei muscoli, nelle articolazioni e nei tendini.

Quando ai centri nervosi dell’equilibrio giungono, per qualsiasi motivo, informazioni dai recettori periferici che sono contrastanti tra di loro, si genera una sorta di conflitto neurosensoriale che scatena la “vertigine“.

La vertigine è un sintomo molto fastidioso, ha il significato di un “segnale di allarme” necessario a far sì che il soggetto acquisisca la consapevolezza di trovarsi in una situazione sfavorevole che deve essere “corretta”. Questo meccanismo è funzionale quando, per esempio, ci troviamo in auto o in barca, nelle sindromi vertiginose causate dal mal d’auto o dal mal di mare. In caso di mal d’auto o mal di mare, il sintomo più sentito è la nausea. Le vertigini, infatti, sono spesso associate a nausea e vomito. Ma quando non sono sollecitazioni meccaniche (come il mal di macchina e il mal di mare) a innescare le vertigini, queste da cosa sono causate?

Vertigini e nausea: le cause

Le vertigini possono essere innescate, tipicamente, da problemi del labirinto (orecchio interno), possono essere correlate anche a malattie più severe e per questo diviene opportuno rivolgersi a specialisti quali:

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  • otorino vestibolare
  • gnatologo odontoiatra
  • neurologo

Le vertigini, infatti, possono essere sintomi di molteplici patologie. Il Dott. Edoardo Bernkopf, esperto in Odontoiatria a Roma, ci spiega per quale motivo è importante, al momento della diagnosi, prendere in considerazione anche le disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare e del sistema cranio-mandibolo-vertebrale (vertigine posturale).

Cosa provoca l’insorgenza delle vertigini?

«Le vertigini si manifestano a causa di un’alterazione delle risposte fisiologiche che il sistema muscolo-scheletrico riceve dal cervello al fine di mantenere una stabilità posturale ed un adeguato orientamento nello spazio. Il cervello, a sua volta, risponde a input che provengono dalla vista, dal labirinto (area dell’orecchio interno che regola l’equilibrio) e dai recettori di postura (cosiddetti “propriocettori”) che si trovano in tutto il sistema muscoloscheletrico e in particolare nel collo (solo in rarissimi casi le vertigini possono essere innescati da importanti problemi alla cervicale).

Generalmente, in condizioni normali, questi messaggi sono coerenti tra loro; vale a dire che il labirinto, la vista e i recettori di postura descrivono al cervello la stessa situazione. Se invece per disfunzioni di uno o più di questi sistemi afferenti, i messaggi inviati sono discordanti e l’informazione anomala prevale, il paziente non sarà in grado di amministrare correttamente la propria postura e potrà quindi manifestare disequilibrio e vertigini.» – Spiega il dott. Edoardo Bernkopf.

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A complicare il quadro, in ambito clinico, è stata osservata la cosiddetta emicrania vertiginosa. In questo caso, la sintomatologia vertiginosa precede o anticipa un forte mal di testa o una sensazione di pressione alla nuca.

La vertigine vestibolare

Alcune condizioni dell’orecchio interno possono causare vertigine, ipoacusia neurosensoriale fluttuante e acufeni (fischio all’orecchio, sensazione di avere un orecchio otturato). Non esiste un esame diagnostico affidabile. Le vertigini e la nausea sono trattate sintomaticamente con anticolinergici durante gli attacchi acuti. Diuretici e una dieta iposodica, trattamento di prima linea, spesso riducono la frequenza e l’intensità degli episodi. Per i casi gravi o refrattari, il sistema vestibolare può essere ablato con gentamicina topica (labirintectomia chimica) o con un intervento chirurgico. In genere, la presenza di vertigine vestibolare viene indagata con un accurata visita medica (esame audiometrico, esecuzione di manovre e test). La diagnosi va eseguita dall’otorino vestibolare che valuterà anche la presenza di nistagmo, cioè un movimento ritmico degli occhi che può essere determinato da varie cause.

L’emicrania vertiginosa

Si parla di cefalea tensiva, emicrania vestibolare, emicrania vertiginosa… Anche in questo caso la vertigine può essere accompagnata anche da capogiri dovuti a movimenti della testa, con la presenza di nausea.

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L’associazione cefalea e vertigini può esservi anche in caso di patologie vascolari cerebrali (come dissecazione dell’arteria vertebrale, ischemia o emorragia in fossa cranica posteriore), ipertensione endocranica, neoplasie, infezioni cerebrali o sistemiche, traumi cranio-cervicali, malformazione di Arnold Chiari o disturbi dell’omeostasi”. A eseguire la diagnosi è il neurologo, in genere dopo aver escluso tutti gli altri tipi di cause. Una visita neurologica potrà escludere altre cause come la sclerosi a placche.

La vertigine posturale

«Il sistema cranio-mandibolo-vertebrale e l’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) hanno spesso un ruolo determinante nell’insorgenza delle vertigini, non solo per il diretto microtrauma che il condilo mandibolare può esercitare sull’orecchio e sulla Tuba di Eustachio (fig.1), ma anche per un processo di compensazione posturale che la colonna cervicale è tenuta ad attuare in presenza di una scorretta postura mandibolare provocata, ad esempio, da un precontatto dentario deflettente. Una cattiva postura del collo può interferire con il corretto flusso di sangue attraverso i vasi vertebrali e favorire la cosiddetta “Insufficienza Vertebro-Basilare” che trova nelle vertigini il sintomo tipico.

Anche gli occhi possono risentire di una disfunzione dell’ATM: questi organi hanno la capacità di recepire l’orientamento spaziale e sono in grado di far prevalere i propri messaggi inviati al cervello su altri stimoli incoerenti provenienti dagli altri recettori. Per questo motivo è possibile che un paziente perda l’equilibrio stando ad occhi chiusi in una posizione che sarebbe stato invece in grado di mantenere stando ad occhi aperti.

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Purtroppo la relazione tra sindromi vertiginose ed ATM e/o sistema Cranio-Mandibolo-Vertebrale è spesso sottovalutata al momento di formulare una diagnosi o prescrivere una terapia. È bene invece sottolineare che di fronte a vertigini pericolose e invalidanti, qualora le indagini diagnostiche non abbiano riscontrato cause organiche e le abituali terapie farmacologiche siano risultate inefficaci, è importante prendere in considerazione l’ipotesi di una disfunzione dell’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) e del sistema cranio-mandibolo-vertebrale, richiedendo dunque una consulenza con un esperto dentista-gnatologo.»

La pressione arteriosa può innescare le vertigini?

L’ipertensione arteriosa è solitamente asintomatica e può causare vertigini solo in casi particolari. Ipotensione ortostatica (posturale) è un’eccessiva caduta della pressione arteriosa, quando si assume la posizione eretta. La definizione accettata è una caduta di sistolica > 20 mmHg, 10 mmHg di diastolica, o entrambe. Sintomi di debolezza, sensazione di testa vuota, vertigini, confusione o offuscamento della vista si verificano entro pochi minuti dall’assunzione della stazione eretta e scompaiono rapidamente stando distesi. Alcuni pazienti sperimentano cadute, sincope, o perfino convulsioni generalizzate.

La diagnosi

Purtroppo, le vertigini e i capogiri non sono una condizione di malattia facile da individuare ma solo sintomi che possono avere diverse cause, ecco perché prima di arrivare a una diagnosi potrebbe essere necessario consultare più di uno specialista. Potrebbe essere saggio eseguire una visita cardiologica per escludere eventuali occlusioni o coranopatie.

In ogni modo, sarà premura dello specialista valutare l’utilità di ulteriori accertamenti o di una risonanza magnetica, soprattutto per indagare cause neurologiche. Una risonanza magnetica con contrasto potrà indagare cause vestibolari qualora gli esami clinici non riportino risultati soddisfacenti ai fini della diagnosi.

La durata della vertigine può essere un indicatore utile per orientarsi nella prima visita da fissare.