In assenza di fattori di rischio specifici, la salute dell’uomo dovrebbe essere monitorata correttamente con una serie di esami. Questi esami variano – anche – a seconda dell’età. Ne parliamo con il dottor Giovanni Covini, Responsabile del Centro diagnostico Humanitas Lab.
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Gli esami da fare entro i 40 anni
Prima dei 40 anni è necessario fare l’autopalpazione dei testicoli una volta ogni tre o quattro mesi. Così facendo è possibile permettere una diagnosi precoce del carcinoma testicolare (seminoma). Anche se prima dei 40 anni un evento cardiovascolare è raro, in pazienti con particolari fattori di rischio (come una forte familiarità, la presenza di sovrappeso, tabagismo..) è bene controllare anche il cuore. Pertanto sarà importante un periodico monitoraggio pressorio come anche un ECG sotto sforzo.
Per quanto riguarda le malattie del sistema cardiovascolare, bisogna stare attenti agli eventuali fattori di rischio come il sovrappeso, il fumo di sigaretta, la familiarità e la predisposizione, impostando un programma di prevenzione precoce. Il rischio di essere colpiti da eventi vascolari, infatti, aumenta se in famiglia sono presenti consanguinei colpiti prima dei 65 anni, o se la persona ha abitudini e uno stile di vita pericolosi, che si tratti di una vita sedentaria, una scorretta alimentazione, l’abuso di alcol o sostanze nocive.
Come per la donna anche l’uomo, avvicinandosi ai 40 anni, dovrebbe monitorare la pressione arteriosa: se alta, sarà il medico o il cardiologo a indicare altri controlli, come l’ECG a riposo e da sforzo o l’ecocardiocolordoppler. I valori pressori rientrano nella norma se la pressione massima, sistolica, è inferiore a 140 mm Hg e la minima, diastolica, inferiore a 85 mm Hg.
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Gli esami tra i 40 e i 50 anni
Le indicazioni sono più o meno le stesse che valgono per gli uomini più giovani: oltre all’autopalpazione dei testicoli (che non va trascurata nonostante il rischio di questo tumore si abbassi notevolmente dopo i 40-45 anni), si può iniziare a fare l’autoesame dei nei e di eventuali lesioni o macchie cutanee. Se si riscontrano modifiche dell’aspetto, va consultato il dermatologo, soprattutto per coloro che lavorano all’aperto o per chi ha la pelle chiara.
Superando i 40, i controlli della pressione arteriosa e gli eventuali controlli specifici cardiologici vanno incrementati rispetto alla fascia di età precedente. Se vi è familiarità con il tumore del colon-retto, infine, va anticipato l’esame di screening attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci o la colonscopia.
Gli esami tra i 50 e i 60 anni
Questa è la fascia d’età in cui il tumore del colon-retto aumenta vertiginosamente la sua incidenza: per questo ci si deve basare sui programmi regionali di screening, che potrà prevedere la ricerca del sangue occulto ogni due anni o, in alternativa, la colonscopia (da effettuare a distanza variabile in rapporto al riscontro eventuale di polipi intestinali).
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Ogni due anni si consiglia un controllo della prostata attraverso l’ecografia dell’apparato urinario e dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico).
Le indicazioni per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sono sovrapponibili a quelle della fascia di età precedente. Esami aggiuntivi, però, sono doppler dei tronchi sovra-aortici, esame che studia il flusso arterioso delle carotidi mettendo in evidenza eventuali stenosi pericolose, e l’ecocolordoppler delle carotidi (Doppler TSA), consigliabile per valutare lo stato di salute delle arterie che, qualora la parete risultasse ispessita, indicherebbe un aumentato rischio di attacchi ischemici cerebrali transitori (TIA).
Gli attacchi ischemici cerebrali transitori sono un campanello d’allarme da non trascurare, perché possono precedere un ictus cerebrale.
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Gli esami da fare tra i 60 e i 75 anni
Con l’aumentare dell’età, per l’uomo aumentano i rischi di tumore e di malattie cardiovascolari. I controlli dell’apparato cardiocircolatorio sono sempre più indicati, a partire dall’ECG e l’ecocardiodoppler. Un eventuale aumento delle dimensioni del cuore o una degenerazione delle valvole, che possono diventare sclerotiche, insufficienti o stenotiche, portano a un determinato deterioramento progressivo della funzionalità dello stesso, fino allo scompenso cardiaco.
Dal punto di vista oncologico è assolutamente indicato:
- seguire la campagna di screening per il tumore del colon-retto;
- proseguire lo screening sul tumore della prostata.
E dopo i 75 anni?
Le indicazioni sono completamente sovrapponibili a quelle degli uomini di fascia d’età oltre 60 anni. Vi sono solo tre peculiarità:
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- la maggior incidenza di carcinoma prostatico, che può spingere paziente e medico curante a incrementare la ricerca di tale patologia, con esecuzione del PSA e degli esami conseguenti in caso di valori alterati, anche se va ricordato che il vantaggio di tale atteggiamento non è affatto certo, soprattutto per le persone di età più avanzata;
- il fatto che le campagne di screening per il carcinoma del colon retto vengono attuate, in genere, fino ai 70 anni. Visto l’incremento della durata della vita media, in uomini in buone condizioni generali è giustificata la prosecuzione dello screening oltre tale età;
- utile, anche se troppo spesso sottovalutato, è un inquadramento del geriatra; piccoli disturbi legati all’età e alle patologie dell’invecchiamento possono essere ben controllate da semplici consigli di un bravo specialista.
Dott. Giovanni Covini per Humanitasalute.it