Come smascherare l’uso intenzionalmente ingannevole della disinformazione scientifica. Questo articolo diviene necessario in un periodo in cui le questioni legate alla pandemia globale sono state più volte strumentalizzate ai fini di propaganda politica ed economica.
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Le fake news generano false credenze
Simo tutti abbastanza consapevoli di vivere in un’era caratterizzata da una diffusione abnorme e spesso intenzionale di notizie false, resa possibile e sempre più veloce dallo sviluppo impressionante delle tecnologie di comunicazione (internet e, in particolare, i social network).
Le notizie volutamente fasulle – o fake news, come si usa chiamarle – portano facilmente alla formazione di false credenze, sia individuali sia collettive, con conseguenze deleterie per decisioni che hanno notevole rilevanza sociale: da quelle in materia di rappresentanza politica alle scelte relative alla salute pubblica o a questioni ambientali.
L’ambito dell’epistemologia sociale
Come questi fenomeni di deviazione epistemica collettiva si formino, si diffondano e persistano anche quando la falsità delle notizie – e l’infondatezza delle credenze che ne derivano – è del tutto palese, è oggetto di studio della cosiddetta «epistemologia sociale», terreno d’incontro tra più ambiti disciplinari (filosofia, logica, matematica, informatica, psicologia sociale, per citare i principali) dove vengono investigati gli effetti delle interazioni e organizzazioni sociali su conoscenza, credenze e giustificazione delle credenze.
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Le credenze emotive pesano più delle evidenze scientifiche
Un tema particolarmente sensibile studiato in questo ambito è quello della cosiddetta post-verità: questa espressione viene usata per rendere conto di situazioni caratterizzate da un’ostilità diffusa rispetto agli standard della razionalità scientifica.
In un contesto di post-verità, tipicamente, dati scientifici, fatti oggettivi e criteri razionali sono assai meno influenti nell’orientare l’opinione pubblica di quanto non lo sia l’appello alle emozioni e alle convinzioni personali, per quanto irrazionali queste possano essere.
È facile, in questo caso, che le opinioni vengano messe tutte sullo stesso piano, con il conseguente svilimento del ruolo degli esperti e la polarizzazione delle posizioni.
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Negazionismo scientifico e complottismo sono tipici effetti di una situazione del genere: si rifiuta il valore dei dati scientifici, visti spesso come creati ad arte per raggiungere oscuri fini, per sostenere – sulla base di argomenti capziosi – tesi infondate o assurde, come per esempio quella che collega l’autismo ai vaccini, quella che nega l’influenza delle attività umane sul cambiamento climatico o quella che asserisce che la Terra sia piatta (il cosiddetto terrapiattismo).
Studiare i meccanismi del fenomeno
Come contrastare la diffusione e persistenza di questo tipo di deviazioni epistemiche, quando gli standard di correttezza e razionalità non siano condivisi?
Non è facile contrastare chi gioca sporco, vale a dire chi ricorre a un utilizzo strumentale e ingannevole della comunicazione. Allo stesso modo, sembra un’impresa disperata portare a ragionare chi si oppone in partenza al valore della razionalità. Tuttavia, sicuramente, è utile studiare ed esplicitare i meccanismi che stanno alla base di questi fenomeni con gli strumenti concettuali e formali a disposizione, sia di provenienza logica e filosofica, sia derivati dalla psicologia sociale, dall’analisi delle reti sociali (social network analysis) o dalla cosiddetta data science.
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In questa direzione si inserisce, per esempio, il progetto di ricerca intitolato Polarization of irrational collective beliefs in post-truth societies. How anti-scientific opi- nions resist expert advice, with an analysis of the anti-vaccination campaign, coordinato dal logico e filosofo della scienza Massimiliano Carrara dell’Università di Padova (su finan- ziamento dalla Fondazione Cariparo e della Fondazione Cariverona), e si inserisce anche il libro «Verità e post-verità». Dall’indagine alla post-indagine, di Filippo Ferrari e Se- bastiano Moruzzi, entrambi dell’Università di Bologna.
Come difendersi dalla disinformazione? Con l’apprendimento, l’apertura mentale e… la letteratura scientifica non di parte
E’ giusto non fidarsi ciecamente. Viviamo in un periodo difficile dove gli scandali alimentari e farmaceutici del passato ci mettono in guardia sul presente. Allora come districarsi? E’ opportuno imparare a dare la giusta importanza alle pubblicazioni scientifiche. Il portale pubmed è un motore di ricerca gratuito di letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi; questo strumento può essere molto utile per comprendere tutte le voci del coro, consultando i risultati ottenuti da team di ricerca presenti in tutto il mondo. Basterà digitare (in lingua inglese) le parole d’interesse per accedere a tutte le pubblicazioni scientifiche su quel determinato argomento.
Articolo originale pubblicato su Le Scienze, redatto da Elena Castellani, professore associato, Dipartimento di filosofia, Università di Firenze
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