L’ansia che scaturisce da una condizione di stress, può provocare l’alterazione del ritmo cardiaco e innescare l’extrasistole. Ma venirne fuori si può. Vediamo come l’ansia cronicizzata può influenzare il ritmo cardiaco fino a innescare delle anomalia come un’irregolarità nella frequenza.
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Che cos’è l’extrasistole?
L’extrasistole è un’alterazione, spesso benigna, del ritmo cardiaco. Si tratta di una contrazione pulsazione anticipata del cuore, che l’individuo colpito può avvertire chiaramente come una contrazione anomala dell’organo, un “battito aggiunto” o “irregolare” rispetto al normale battito cardiaco, ma che solo gli esami strumentali sono in grado di rilevare e tipizzare con precisione.
L’extrasistolia è la forma più comune di aritmia cardiaca. Le extrasistoli sono infatti estremamente frequenti, sia nelle persone del tutto sane che nei pazienti con una cardiopatia sottostante o altre condizioni patologiche. Ma nella maggior parte dei casi non si tratta di un disturbo preoccupante e patologico.
I sintomi
Le pulsazioni alterate possono essere estemporanee (cosiddette “a salve”) oppure frequenti, con una manifestazione che segue o meno una certa regolarità. Non sempre, tuttavia, l’individuo con extrasistole avverte queste contrazioni anomale, essendo la condizione molte volte asintomatica. In caso contrario può avvertire una sorta di “battito d’ali” al torace in corrispondenza del cuore oppure una sorta di “vuoto”, di arresto del battito cardiaco, un tuffo al cuore.
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La maggior parte delle extrasistoli non viene avvertita dal paziente, soprattutto se esse sono isolate e occasionali. I pazienti sintomatici possono avere invece la sensazione di un “battito mancante” o di un “battito più intenso”, oppure avvertono una sorta di “battito d’ali”, uno “sfarfallìo in mezzo al petto” oppure una sorta di “tonfo” al torace in corrispondenza del cuore, un “vuoto”, un “tuffo” al cuore.
Se invece le extrasistoli sono ripetitive ( e si presentano in coppie/triplette, oppure si alternano con il ritmo normale determinando un ritmo bi/tri/quadrigemino) oppure sono frequenti e durano per più tempo, il ritmo del cuore si modifica e viene avvertito spesso dal paziente con episodi di palpitazioni che hanno un ritmo cardiaco accelerato o irregolare. In alcuni casi però i sintomi diventano più importanti, soprattutto se associati a tachicardia prolungata: possono comparire mancanza di respiro (dispnea), maggiore affaticabilità (astenia) e vertigini.
In caso di extrasistolia benigna i sintomi tendenzialmente peggiorano a riposo, alcune volte soprattutto dopo i pasti o di notte, e possono scomparire con l’esercizio fisico; nel caso in cui invece aumentano con l’attività fisica sono spesso indicativi di una patologia più importante e necessitano di terapie farmacologiche o interventi mirati alla cura della malattia sottostante. Per questo motivo la descrizione dettagliata dei sintomi sarà fondamentale nel corso della visita cardiologica per definire i contorni di questa aritmia. Ma al di là della descrizione della sintomatologia sono sempre necessari degli esami strumentali.
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Come agisce l’ansia
Assieme ai disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale, la tachicardia è una delle manifestazioni somatiche più frequenti dell’ansia. L’ansia, mediante l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, innesca un’eccessiva attivazione del sistema nervoso simpatico che finisce per alterare il funzionamento di un organo, anche in assenza di un danno rilevabile. Questo significa che l’ansia può innescare sintomi gastrici o provvisorie aritmie (comprese l’extrasistole), anche in caso di organi del tutto sani.
Se quindi la frequenza cardiaca aumenta per velocizzare il trasporto di ossigeno nel sangue in risposta a un forte stress, è più facile che si manifesti un’extrasistole per l’ansia. Può accadere ad esempio a seguito di un trauma (un lutto, licenziamento, pressioni economiche, trasferimento…), dopo il quale la persona si trova in una condizione detta “ansia reattiva“: tempi e modi di reazione sono assolutamente soggettivi, sia nella mente che nel corpo.
L’extrasistole, così come qualsiasi altro sospetto disturbo cardiaco, non è da trascurare. Qualsiasi sospetto dovrebbe essere indagato mediante la visita cardiologica con eco-cuore e, se necessario, holter cardiaco delle 24 o 72 ore. Quando gli esami strumentali evidenziano un organo sano, il clinico dovrà focalizzarsi sul trattamento degli stati ansiosi.
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Come reagire?
Quando l’unica causa scatenante dell’extrasistole è legata al forte stato d’ansia, è su questa che bisogna intervenire. L’ansia viene trattata nell’immediato con dei farmaci come le benzodiazepine; questi farmaci sono in grado di attenuare i sintomi e ripristinare una qualità di vita accettabile nell’arco di poche settimane o mesi, tuttavia, se l’ansia è cronica, l’intervento più opportuno andrebbe eseguito con un trattamento psicoterapico.
Come comportarsi nell’immediato? Innanzitutto, è fondamentale cercare di gestire lo stato d’ansia per evitare che si amplifichi eccessivamente. È utile concentrarsi sul controllare la respirazione e rallentare la velocità così da indurre l’organismo a ritrovare uno stato di quiete.
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