La cellulite da un punto di vista medico

 Il termine “cellulite” viene comunemente usato per indicare una condizione caratterizzata da una “pelle a buccia d’arancia” che presenta, talvolta, delle formazioni nodulari sottocutanee dolenti al tatto. La cellulite quindi non è un accumulo localizzato di grasso (il cosiddetto “cuscinetto” ovvero dagli accumuli di grasso localizzati in alcune aree specifiche del corpo (addome, fianchi, glutei, cosce, ginocchia…), ma è una degenerazione del tessuto cutaneo associata spesso a problemi di ritenzione idrica.

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Capiamo prima che cos’è il grasso

Il tessuto adiposo è un tipo speciale di tessuto connettivo costituito da cellule chiamate adipociti, che si organizzano a formare lobuli. Queste cellule sono capaci di accumulare trigliceridi e liberare acidi grassi e glicerolo. Questa cellula subisce specifici cambiamenti morfologici che portano alla formazione dell’adipocita finale. Il tessuto adiposo è quello che comunemente chiamiamo “grasso”.

La maggior parte del grasso che ritroviamo nel nostro organismo è rappresentata dal tessuto adiposo bianco, detto anche uniloculare, mentre quello bruno o multiloculare è tipico delle specie ibernanti ed è scarsamente rappresentato nell’uomo, non essendo importante per l’economia dell’organismo.

La caratteristica degli adipociti (le cellule che costituiscono il grasso) è data dalle gocce lipidiche, che lentamente e progressivamente aumentano di volume confluendo tra loro, fino a formare un’unica goccia lipidica (tessuto adiposo bianco) o numerose gocce lipidiche (tessuto adiposo bruno), che occupano tutto il citoplasma della cellula.

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Il pannicolo sottocutaneo: dal grasso alla cellulite

Il grasso è localizzato per il 50% nel pannicolo sottocutaneo, dove svolge sia la funzione coibente che quella meccanica, per il 45% nella cavità addominale, dove forma il tessuto adiposo interno, infine per il 5% nel tessuto muscolare, dove svolge un’azione di aiuto al lavoro muscolare. I depositi più importanti sono nel connettivo sottocutaneo (pannicolo adiposo), nella loggia renale, nel mediastino, nell’omento, nel mesentere, nelle regioni retroperitoneali, in quelle ascellari ed inguinali.

I depositi superficiali di grasso nel tessuto sottocutaneo variano per quantità a seconda della regione corporea, dell’età e del sesso.

Nel pannicolo adiposo si possono ritrovare due strati di tessuto lipidico: superficiale e profondo. Lo strato superficiale è attraversato da fasci fibrosi disposti perpendicolarmente alla superficie cutanea, detti retinaculi, che circoscrivono lobuli adiposi rotondeggianti o poliedrici. Mano a mano che ci si avvicina allo strato profondo, i retinaculi decorrono via via sempre più obliquamente, fino a diventare orizzontali nello strato profondo.

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I due strati sono separati da una lamina di connettivo denso chiamata fascia superficiale. Al di sotto dello strato superficiale si trova una lamina connettivale lassa che consente alla cute una certa mobilità a seconda della sede.

Quando il grasso si infiamma, si forma la cellulite

La Cellulite è una degenerazione infiammatoria del tessuto adiposo sottocutaneo, caratterizzata da un’alterazione delle strutture del tessuto connettivo di sostegno. Clinicamente si manifesta con un aspetto spugnoso e bucherellato della superficie della pelle detto “a buccia d’arancia” e con rigonfiamenti più o meno evidenti che conferiscono alla cute un aspetto detto “a materasso”.

Esistono diversi tipi di Cellulite: Adiposità Distrettuale (cellulite Localizzata) e Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.). Queste 2 manifestazioni sono diverse nella clinica, nell’eziopatogenesi e nell’evoluzione.

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Si parla di Adiposità Distrettuale o Localizzata quando il tessuto adiposo aumenta di volume per una iperplasia degli adipociti (o cellule del grasso), conservando la tipica lobulazione e la normale vascolarizzazione. Quando il pannicolo adiposo va incontro a processi involutivi con la scomparsa della tipica lobulazione e con l’alterazione della normale vascolarizzazione si parla di P.E.F.S.

In alcuni casi può essere predominante l’eccesso di Adiposità Distrettuale o Localizzata, e in altri la Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.). Nella pratica clinica è assai frequente la presenza di forme miste delle due manifestazioni, diversamente associate tra loro.

Entrambe le forme di Cellulite sono caratterizzate da una stasi veno-linfatica nel tessuto connettivo sottocutaneo, associata ad aspetti microangiopatici.

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Come si forma la cellulite?

All’origine della cellulite c’è un insieme di cause, come la predisposizione familiare, fattori costituzionali, fattori ormonali (un’azione significativa è svolta dall’ormone estradiolo), fattori vascolari, ecc.. Questi sono aggravati da una vita sedentaria, dallo stress, da malattie epatiche e disturbi intestinali, nonché da una cattiva alimentazione.

E’ possibile distinguere quattro fasi principali di degenerazione progressiva. La formazione della cellulite può essere così descritta:

1° Fase:

Caratterizzata da edema ed iniziale stasi venosa e linfatica, con drenaggio insufficiente dei liquidi interstiziali. Ne deriva che il tessuto connettivale e’ ricco di liquidi, gli adipociti aumentano di volume ed inizia la dissociazione delle fibre elastiche connettivali. La cute diventa più pastosa e meno elastica.

2° Fase:

I fenomeni precedentemente descritti si accentuano. Le fibre reticolari, presenti intorno agli adipociti, aumentano di numero e spessore, aggravando la situazione del microcircolo. La cute è pallida e fredda. Se la ritenzione idrica continua, l’epidermide si assottiglia, perde elasticità, diventa fragile e alla palpazione è possibile percepire dei micronoduli.

3° Fase:

I micro-noduli diventano sempre più evidenti e cominciano ad ostacolare gli scambi metabolici a livello vascolare, causando una sclerosi e un indurimento del connettivo nel derma. La pelle si presenta “a buccia d’arancia”, con, a volte, dolore alla palpazione.

4° Fase:

I micronoduli aumentano di numero e dimensioni formando macronoduli, mobili e dolenti alla pressione. Il tessuto connettivo si addensa racchiudendo scorie, elementi nutritivi stagnanti, acqua e grassi. A livello del derma si possono rilevare infossamenti soprattutto quando manualmente si mobilizzano i lembi cutanei o si contraggono i muscoli; talvolta questi inestetismi diventano stabili, dando alla pelle il cosiddetto aspetto “a trapunta” o “a materasso”.

Come eliminare la cellulite: i trattamenti efficaci

Prima di iniziare un trattamento specifico, occorre stabilire di che tipo di cellulite si tratti, definire le localizzazioni e individuare fattori che abbiano provocato l’insorgenza o l’aggravamento della malattia.

Occorre inizialmente preferire quei trattamenti che si oppongono alla evoluzione della patologia e comunque cercare anche di correggere le cause che l’hanno determinata.

In caso di Adiposità Distrettuale la terapia sarà mirata a ridurre il tessuto adiposo con metodiche di tipo lipolitico (riduzione volumetrica dell’adipocita) come la Emulsiolipolisi ultrasonica, l’Elettrolipolisi oppure con metodiche di tipo lipoclasico (rottura dell’adipocita) come ad esempio l’Ossigenoterapia, l’Idrolipoclasia ultrasonica (ILCUS) oppure l’utilizzo del Lipostabil. Spesso metodiche lipolitiche e lipoclasiche possono essere associate. L’adiposità distrettuale o localizzata può essere trattata soprattutto mediante le tecniche chirurgiche di liposuzione o di liposcultura.

In presenza di Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.), i trattamenti saranno improntati soprattutto a ridurre la fibrosi. La Mesoterapia fibrinolitica, i Farmaci fibrinolitici, la P.R.A.L.D. (Postural Rearrangement and Lymphatic Drainage) e la Carbossiterapia danno notevoli risultati.

Un supporto alle terapie mediche può essere il Drenaggio Linfatico Manuale (sec. Vodder o Ledùc) soprattutto se associato all’uso di estratto di meliloto (ricco in cumarina), che ha una importante azione sul microcircolo.

In ambito medico vi sono terapie farmacologiche come la fosfatidilcolina che viene iniettata in modo localizzato nelle aree di accumulo adiposo sottocutaneo. Analogamente, anche la mesoterapia ha mostrato una certa efficacia.

La mesoterapia nasce in Francia negli anni ’50 con il Dr. Pistor e consiste nella iniezione intradermica, mediante aghi sottilissimi, di dosi molto piccole di un cocktail di farmaci. I farmaci possono appartenere alla farmacopea tradizionale o essere omeopatici.

La scelta dei farmaci da inserire nel cocktail viene fatta dal chirurgo plastico in base alla patologia da trattare poichè la mesoterapia è una metodica utilizzata in vari campi della medicina estetica. Esistono farmaci con capacità antidolorifica ed antinfiammatoria o con capacità antiedemigena e capillaro-protettiva che nella medicina estetica si utlizzano per migliorare gli inestetismi della cute, come la cellulite, oppure per rivitalizzare l’aspetto della pelle.

I risultati non sono «per sempre»

Qualsiasi trattamento contro la terapia dovrà essere ripetuto annualmente. La cellulite è un’infiammazione patologia cronica non risolvibile con nessun tipo di terapia una tantum.