Infiammazione da stress, il meccanismo che ci fa ammalare

Negli ultimi anni numerosi studi nel campo della psiconeuroendocrinoimmunologia hanno analizzato gli effetti dello stress sulla salute umana date le numerose prove a supporto dell’interazione tra cervello e sistema corpo. È noto ormai infatti che lo stress cronico può indurre effetti disfunzionali a lungo termine su tutti i nostri sistemi fisiologici: nervoso, immunitario, endocrino e metabolico; in quanto viene alterata la comunicazione tra cervello e questi sistemi.

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Lo stress si può definire come la risposta fisiologica dell’organismo che coinvolge tutti i sistemi (fisico, neurologico, ormonale, immunitario, psicologico) a qualsiasi esigenza (di natura biologica, emotiva o cognitiva). Una risposta che nel breve periodo (stress acuto) promuove fenomeni dinamici di adattamento dell’organismo alle più svariate condizioni ambientali ma che, se si verifica troppo frequentemente e/o per lunghi periodi (stress cronico), può avere effetti disfunzionali e patologici su vari organi e apparati.

L’elemento di cronicità risulta determinante in quanto causa un progressivo sovraccarico allostatico, ovvero il corpo usa tutte le armi a disposizione per adattarsi, fino a quando non è più in grado di reagire efficacemente agli eventi stressanti. Il cervello rappresenta l’organo fondamentale nel modello allostatico in quanto le sue strutture (sia corticali sia limbiche) coinvolte nei processi cognitivi ed emotivi (corteccia prefrontale, cingolo anteriore, insula, amigdala, ippocampo e striato) svolgono un ruolo fondamentale nell’attribuzione della valenza e della salienza personale agli stimoli ambientali e orchestrano la risposta comportamentale e fisiologica agli eventi stressanti. A loro volta, queste stesse strutture cerebrali sono il bersaglio principale degli ormoni e dei mediatori dello stress e si è visto infatti che quest’ultimo induce cambiamenti sia della struttura sia della funzione del cervello.

Lo stress cronico costringe il corpo a lavorare a tutta velocità

Rimanere in uno stato di costante tensione e apprensione ci presenterà un conto salato. Lo stress non solo aumenta il rischio di depressione e ansia, ma provoca anche cambiamenti nel corpo che possono innescare di tutto, dalle malattie cardiache a quelle infettive. L’infiammazione da stress è il meccanismo principale che fa scattare questi problemi.

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Quando siamo esposti a una situazione stressante, nel nostro corpo si producono diversi cambiamenti a livello neurochimico. La scarica di diversi neurotrasmettitori e ormoni attiva il sistema nervoso simpatico e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene per consentirci di rispondere alla minaccia. In questo stato, i livelli di catecolamine, come l’adrenalina e la norepinefrina, salgono alle stelle per aumentare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Così il nostro corpo si prepara a combattere o fuggire dal pericolo. Questa reazione, chiamata allostasi, è completamente naturale e adattativa. In effetti, è anche vantaggiosa per la nostra sopravvivenza.

Tuttavia, quando lo stress è prolungato nel tempo, il corpo entra in uno stato di allostasi sostenuta che genera problemi di salute. Dobbiamo ricordare che esistono diversi tipi di stress e non sono tutti negativi. Lo stress acuto può effettivamente migliorare la funzione immunitaria, ma lo stress cumulativo o cronico causa squilibrio e infiammazione.

Il meccanismo dell’infiammazione da stress

Un team di ricercatori della Carnegie Mellon University ha dimostrato per la prima volta che lo stress cronico influisce sulla capacità del corpo di regolare l’infiammazione, un meccanismo che promuove lo sviluppo e la progressione di diverse malattie. Nel loro primo studio, hanno reclutato 276 adulti sani che sono stati esposti al virus che causa il raffreddore comune. Il raffreddore è stato utilizzato perché i suoi sintomi non sono causati direttamente dal virus, ma sono un “effetto collaterale” della risposta infiammatoria che si innesca nell’organismo quando il sistema immunitario lavora per combattere l’infezione. Pertanto, maggiore è la risposta infiammatoria del corpo al virus, più è probabile che si manifestino i sintomi del raffreddore.

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I partecipanti sono stati tenuti in isolamento in condizioni controllate, quindi i ricercatori li hanno seguiti per cinque giorni alla ricerca di segni dell’infezione e della malattia. Hanno così scoperto che lo stress prolungato era associato all’incapacità delle cellule immunitarie di rispondere ai segnali ormonali che normalmente regolano l’infiammazione. Di conseguenza, le persone che non erano in grado di regolare adeguatamente la risposta infiammatoria avevano maggiori probabilità di sviluppare un raffreddore se esposte al virus.

In un secondo studio, i ricercatori hanno lavorato con 79 persone sane, suddivise in base alla loro capacità di regolare la risposta infiammatoria. Ogni partecipante è stato quindi esposto al virus del raffreddore ed è stata monitorata la produzione di citochine pro-infiammatorie, i messaggeri chimici che innescano la risposta infiammatoria nel corpo. In questa occasione, i ricercatori hanno scoperto che coloro che avevano difficoltà a regolare la risposta infiammatoria prima di essere esposti al virus producevano più messaggeri chimici che inducono l’infiammazione quando si contagiavano.

Ciò significa che “la capacità del sistema immunitario di regolare l’infiammazione predice chi svilupperà un raffreddore, ma soprattutto, spiega come lo stress può promuovere la malattia”, hanno osservato i ricercatori. In pratica, quando siamo sottoposti a situazioni di grande stress, le cellule del nostro sistema immunitario non rispondono al controllo ormonale e, di conseguenza, innescano un livello di infiammazione che favorisce la malattia. Non possiamo dimenticare che l’infiammazione è in gran parte regolata dal cortisolo, ma quando lo stress impedisce a questo ormone di svolgere questa funzione, l’infiammazione può andare fuori controllo.

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Pertanto, uno stress prolungato altera l’efficacia del cortisolo nel regolare la risposta infiammatoria, diminuendo la sensibilità dei tessuti a questo ormone. Nello specifico, le cellule immunitarie diventano insensibili all’effetto regolatorio del cortisolo perché sono state troppo esposte a questo ormone. Ciò spiega l’infiammazione nel corpo dovuta allo stress, che, tra l’altro, colpisce anche il cervello e può finire per causare malattie neurodegenerative.

Fonti:

Liu, Y. et. Al. (2017) Inflammation: The Common Pathway of Stress-Related Diseases. Front Hum Neurosci; 11: 316.
Cohen, S. et. Al. (2012) Chronic stress, glucocorticoid receptor resistance, inflammation, and disease risk. PNAS; 109(16): 5995-5999.
Black, P. H. (2002) Stress and the inflammatory response: a review of neurogenic inflammation. Brain Behav Immun; 16(6):622-53.

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