pubblicità
Ogni volta che poni l’attenzione su ciò che c’è di positivo, di lodevole e benefico in ogni circostanza o situazione stai cambiando il tuo cervello per il meglio. Il Dott. Donald Hebb, neuropsicologo che sta trasformando la psicologia e la neurobiologia con le sue teorie, afferma che le cellule del cervello sviluppano delle strette relazioni tra di loro a seconda di ciò su cui abitualmente poniamo l’attenzione.
Sono abbastanza sicuro che tutti noi conosciamo persone che sono costantemente negative. Hanno sempre qualcosa di cui lamentarsi, vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto e raramente godono di qualcosa senza trovare qualche cosa che non vada. Probabilmente tu sei una di queste persone e sebbene possa trovare tutte le ragioni del mondo per continuare ad essere negativo e vittima della vita, ora puoi scoprire cosa accade nel tuo cervello quando questa abitudine che parte in automatico prende possesso della tua mente.
Le tv e i giornali sono basati sulla lamentela e su cosa non va nel mondo, sebbene ci siano tantissime belle storie positive da raccontare, niente diventa virale come una bella tragedia, omicidio o furbata dei politici. Continuare ad indugiare in tutta questa negatività drena la tua energia e quella delle persone che hai attorno quando ti lamenti.
pubblicità
“Lamentarsi e reagire sono schemi favoriti della mente grazie ai quali l’ego rafforza se stesso. Per molte persone, gran parte dell’attività mentale-emozionale consiste nel lamentarsi e reagire contro questo o quello. Così facendo, rendete gli altri o la situazione «sbagliati» e voi stessi «giusti». Grazie al fatto che vi sentite «giusti» vi sentite superiori, e grazie al fatto che vi sentite superiori rafforzate il vostro senso del sé. In realtà state ovviamente rafforzando solo l’illusione dell’ego. Potete osservare in voi questi schemi e riconoscere la voce che si lamenta nella vostra testa, per quello che è?”
Eckhart Tolle, autore di Il Potere di Adesso
Tipi di persone che “succhiano” la tua energia
Ora, credo che nessuno di noi sia innocente in fatto di negatività, di tanto in tanto anche i più consapevoli si lamentano senza nemmeno rendersi conto che lo stanno facendo. E ‘praticamente una parte della nostra cultura di oggi. La Dr.ssa Robin Kowalski, professoressa di psicologia alla Clemson University spiega che tutti si lamentano, ad un certo punto, almeno un po’.
pubblicità
Ci sono alcune varietà quando si tratta di lamentela. Sono sicuro che si può attaccare un volto ad ognuno di questi tipi.
- Lagnosa. Si tratta di una persona che dopo averti chiesto “come stai” comincia a raccontarti il suo monologo su tutto ciò che di negativo le è accaduto, di come gli altri si sono comportati male con lei. La persona lagnosa non vuole sentire le soluzioni, non importa quanto utili possano essere, non concepisce che le cose possano essere diversamente e si arrabbia se insisti a proporle delle soluzioni.
- Cercano di essere simpatici. Quelli che vogliono sempre l’attenzione tutta per loro, si sentono delle vittime perché affermano che tutto gli è andato male nella vita e quindi vedono che gli altri hanno sempre di più e di meglio. Con il loro vittimismo cercano di attirare la tua complicità nel riconoscerle come vittime e bisognosi (che sia di beni materiali, o di attenzione, o di affetto o riconoscimento).
- Lamentosi cronici. Sono coloro che vivono in uno stato di denuncia continuo che i ricercatori chiamano “ruminare”. Ciò significa che pensano sempre a qualche problema nuovo.
Tutti questi comportamenti li troviamo nei disturbi della depressione, ansia ed ossessione. Ed è stato osservato che indugiare in questi tipi di lamentela aumenta notevolmente la possibilità di sviluppare dei disturbi psicologici gravi.
Molte persone basano tutta la loro identità su un tipo di lamentela. E’ una vita davvero triste e rende pesante anche la vita di tutte le persone che per qualche ragione sono costrette a stargli attorno: colleghi di lavoro, familiari, ecc. E’ famoso l’esempio di Roy Martina che quando la mamma lo chiamava al telefono periodicamente, lei raccontava per ore tutte le sue lamentele su come i familiari si erano comportati, qualche disgrazia che era successa, ecc. Un giorno Roy Martina le ha detto: “Mamma adesso basta. Richiamami quando hai qualcosa di bello da darmi. Ciao“.
pubblicità
La negatività ricabla il tuo cervello
È stato scientificamente provato che le onde elettromagnetiche cerebrali caratteristiche della lamentela spengono letteralmente i neuroni dell’ippocampo che sono associati alla risoluzione dei problemi. Insomma chi si lamenta non cerca soluzioni ma vuole rimanere nella negatività. Inoltre essere esposti per più di trenta minuti a negatività e chiacchiere superflue provoca danni effettivi a livello cerebrale, sia che provengano da persone in carne o dalla televisione
Il Dott. Donald Hebb spiega che i neuroni si connettono tra loro nel nostro cervello come conseguenza di particolari esperienze di vita. Per esempio, ogni volta che abbiamo un pensiero o un sentimento o sensazione fisica rispetto ad una situazioni, migliaia di neuroni vengono attivati e tutti si riuniscono per formare una rete neurale rispetto a quella situazione. Il cervello impara a far scattare gli stessi neuroni con il pensiero ripetitivo.
Quindi se stiamo pensando ai benefici e i lati positivi di una certa situazione, i neuroni della zona della ricompensa del cervello si attivano e si connettono per aiutarti ad imparare e ricordare quella particolare situazione. Se vivrai una situazione simile in futuro, gli stessi neuroni “positivi” si attiveranno facendoti trarre il meglio da quella esperienza.
pubblicità
Viceversa quando pensiamo negativamente rispetto alle varie situazioni, non troveremo mai nulla di positivo neanche tra quelle che si ripresenteranno in futuro perché crederemo che sia qualche “imbroglio” o qualche ostacolo inaccettabile da farti rifiutare la positività che ha da offrirti. Questo accade spesso nelle relazioni intime con i nuovi partner o anche quando si cambia lavoro. I neuroni della zona dell’evitare il pericolo del cervello si attivano e ti fanno vivere tutto come una minaccia.
In sostanza, se si mantiene la mente concentrata sulla critica, preoccupazione e la vittimizzazione, la nostra mente sarà portata più facilmente ad avere quegli stessi pensieri nelle situazioni future. I nostri modelli di pensiero cablano il nostro cervello a reagire positivamente o negativamente alle situazioni che si presentano. La sua affermazione famosa è che “I neuroni che si attivano insieme si connettono tra loro“.
Quattro trucchi per evitare la negatività
- Siate grati: anche per la più piccola delle cose.
- Diventa consapevole: riconosci da solo quando cadi nella lamentela. Ti renderai conto che questo meccanismo automatico è totalmente inutile e ti rovina la giornata. Congratulati con te stesso/a per essere diventato consapevole!
- Crea nuovi percorsi neuronali: Siamo in grado di creare nuove abitudini automatiche positive. Cerca di fare esperienze che ti rendono felice, prenditi del tempo per le tue passioni. Passa del tempo, anche un paio di minuti al giorno, a ricordare degli eventi positivi che sono accaduti nella tua vita. Ti sorprenderai che praticando questo punto comincerai a ricordati di esperienze che avevi rimosso.
- Lascia andare: per il tuo bene, felicità e gioia, lasciare andare ciò che non è utile e dannoso e coltiva invece ciò che è piacevole.