Le aritmia cardiache sono un disturbo comune, ma non sempre pericoloso. Il cardiologo spiega quali sono, le cause, i sintomi e come curarle.
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Stanchezza, affanno, sensazione di avere il “cuore in gola”: così si manifestano le aritmie cardiache, cioè alterazioni della frequenza o della ritmicità del battito cardiaco.
Un disturbo che riguarda milioni di italiani, soprattutto over 60 (ma anche sempre più giovani, soprattutto sportivi). Anche se nella maggior parte dei casi si tratta di un fenomeno benigno, è bene non trascurare le aritmie cardiache, ma rivolgersi a uno specialista che possa, in base alle condizioni e allo stile di vita del paziente, valutarne il rischio. Come ci spiega il dottor Antoine Kheir, cardiologo, referente dell’area elettrostimolazione del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro.
Bradicardia, tachicardia e extrasistolia: i tipi di aritmie
Si parla di aritmia quando il cuore batte troppo lentamente, troppo velocemente o in modo irregolare.
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Di solito il cuore batte a cadenza regolare con frequenza che varia nell’adulto da 60 a 100 battiti al minuto.
Capire come funziona il cuore può aiutare a comprendere meglio l’aritmia.
Formato da 2 atri e 2 ventricoli, è un muscolo con il compito di far circolare il sangue. Per pompare, riceve un impulso elettrico a ogni battito.
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Tali impulsi normalmente nascono, come per un orologio, in una batteria, il nodo seno-atriale o NSA, formata da cellule specifiche, generatrici di corrente, situata nell’atrio cardiaco di destra.
Esistono diversi tipi di aritmie cardiache:
Bradicardia: quando scende sotto i 60 battiti al minuto, e quindi il cuore batte più lentamente. Fanno parte di questa tipologia di aritmie:
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- le disfunzioni della formazione dell’impulso;
- i blocchi atrio-ventricolari.
Tachicardia: quando è maggiore a 100 battiti al minuto, quindi va più veloce. La tachicardia può riguardare le camere cardiache superiori (tachicardia atriale) o quelle inferiori (tachicardia ventricolare). Appartengono a questa classe di aritmie:
- la tachicardia da rientro nodale;
- la tachicardia da rientro atrio-ventricolare;
- la tachicardia atriale;
- il flutter atriale;
- la fibrillazione atriale;
- la tachicardia ventricolare.
Extrasistolia e aritmie del battito: sono le aritmie in cui è la ritmicità del battito a essere alterata, non la velocità, come succede nel caso dell’extrasistolia’, cioè la presenza di battiti extra singoli o ripetitivi. Molto diffuse, le extrasistoli sono in genere innocue.
Le cause
Le aritmie sono benigne il più delle volte. Tuttavia, esistono casi in cui possono essere la spia di:
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- qualcosa che non funziona correttamente;
- disfunzioni cardiache o extra-cardiache strutturali o congenite.
Le cause delle bradiaritmie
Le bradiaritmie possono essere correlate a malattia ischemica cardiaca, fibrosi senile delle cellule, malattie congenite nella formazione o propagazione dell’impulso elettrico cardiaco, disturbi elettrolitici (alterazioni di potassio, magnesio, calcio etc..), post- intervento cardiochirurgico etc.., situazioni in cui la corrente potrebbe non formarsi prontamente (l’impulso nasce in automatico nel Nodo del Seno Atriale – NSA), con un conseguente rallentamento dei battiti, oppure non formarsi del tutto causando un arresto elettrico cardiaco.
Alcune bradiaritmie possono essere dovute anche a ipertonia del nervo vago (benigne nella maggior parte dei casi).
Le cause della tachicardia
Le tachiaritmie possono essere causate da disturbi cardio-circolatori come:
- ipertensione arteriosa;
- aterosclerosi;
- disfunzioni delle valvole cardiache;
- scompenso cardiaco;
- patologie del muscolo cardiaco (cardiomiopatie);
- tumori o infezioni;
- alcune patologie polmonari, che possono favorirne la comparsa.
Un ruolo poi è giocato anche dallo stile di vita e in particolare da:
- un abuso di alcool e caffè;
- sostanze eccitanti o stupefacenti;
- stress emotivi e stati d’ansia.
Le cause delle extrasistoli
Battiti inattesi (extrasistoli), che possono essere isolati o ripetitivi a brevi salve o sostenuti per minuti o ore, possono essere legati a malattie cardiache come:
- l’ischemia;
- cicatrici da infarto;
- dilatazione cardiaca;
- malattie congenite elettriche;
- degenerazione e fibrosi cellulare o nei vizi valvolari.
In altri casi le extrasistoli possono essere legate anche a malattie non cardiache come:
- asma;
- bronchiti;
- malattie della tiroide;
- malattie gastrointestinali;
- stato febbrile;
- eccessivo consumo di caffè o di alcuni farmaci stimolanti;
- droghe, alcool, fumo.
In queste condizioni alcune cellule cardiache al di fuori del NSA (Nodo del Seno Atriale), vengono irritate o eccitate, generando extrasistoli.
I sintomi delle aritmie cardiache
I sintomi legati alle aritmie sono svariati, anche se non sempre presenti. Sono essenzialmente dovuti alla mancata spinta cardiaca e quindi alla ridotta circolazione sanguinea ai vari organi (soprattutto al cervello).
Vediamo come si manifestano le bradicardie, le tachicardie e le extrasistoli.
I sintomi della bradicardia
Sopratuttto nelle bradicardie si può avvertire:
- stanchezza
- capogiri
- svenimenti o perdita di coscienza
I sintomi della tachicardia
Nelle tachicardie i sintomi possono essere: :
- affanno
- vertigini
- improvvisa debolezza
- palpitazioni
- stordimento.
I sintomi delle extrasistoli
Infine, nella extrasistolia si può avvertire:
- senso di percezione del proprio battito;
- palpitazioni;
- “cuore in gola”;
- “farfallio” o senso di vuoto nel petto.
Come prevenirle
La prevenzione delle aritmie, laddove possibile, è diversa a seconda della causa scatenante.
In linea di massima, chi ha avuto ad esempio episodi di tachicardia ed extrasistolia, dovrebbe stare attento a:
- sforzi fisici intensi
- stress
- ansia
- abuso di nicotina
- pillole dimagranti
- sostanze eccitanti (come tè, caffè, cocaina, anabolizzanti ecc..).
È ovvio che in presenza di malattie strutturali ed organiche cardiache e non che possono favorire l’insorgenza di artimie, la prevenzione delle aritmie prevede la cura di tali malattie.
Nelle bradiaritmie, non congenite:
- vanno rimossi eventuali farmaci responsabili, se non necessari;
- vanno evitate, in alcuni soggetti sensibili, condizioni scatenanti un elevato tono vagale (un nervo che causa, se eccitato, bradicardia anche marcata) come la defecazione forzata, lo svuotamento vescicale in ortostatismo (in piedi), la vista del sangue o prelievi (soprattutto in ortostatismo) etc..
Un discorso a parte meritano poi le aritmie minacciose o mortali su base congenita, per le quali servono controlli cardiologici specifici e mirati (talora invasivi) nei familiari degli affetti.
Come curare l’aritmia cardiaca
La maggior parte delle aritmie non necessita trattamento.
La terapia, nei casi in cui serve, è innanzitutto legata alla correzione della malattia cardiaca di base o non cardiaca, e deve essere personalizzata in base ai sintomi, ai disturbi e al rischio specifico.
Una terapia specifica, come per esempio l’applicazione di pacemaker (cioè una batteria artificiale impiantata sottocute), può essere indicata in caso di bradiaritmia significativa.
Una terapia farmacologica antiaritmica oppure un defibrillatore cardiaco (una batteria che eroga shock elettrici) sono indicati in alcune tachiaritmie ventricolari minacciose.
Autore: Antoine Kheir, cardiologo, referente dell’area elettrostimolazione del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro.