Uno dei tabu sociali, non ancora risolto nel nostro paese, sono le adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali. In qualche modo una parte dell’opinione pubblica, sopratutto quella di parte cattolica/conservatrice, contesta il fatto che un bambino non possa crescere “psicologicamente sano” se non con una mamma ed un papà. Alcuni asseriscono che crescere con genitori omosessuali, possa rendere il bambino stesso omosessuale. Ma cosa dice la scienza a riguardo?
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Gli studi sulla genitorialità LGBT hanno sofferto di varie problematiche, fino ai primi anni del 2000, prima tra tutte la scarsa numerosità del campione, le grosse differenze legislative culturali nei vari paesi e gli ostacoli culturali e sociali all’identificazione come genitore LGBT. Già dal 1994 una recensione pubblicata da Belcastro e colleghi aveva identificato quattordici studi che affrontavano gli effetti della genitorialità LGBT sui bambini, non trovando alcuna differenza nello sviluppo psicologico dei bambini cresciuti in coppie etero e omo. Ciononostante la revisione sottolineava una mancanza di validità esterna (poca generalizzabilità) delle conclusioni. Anche una revisione del 2001 di Stacey e Biblarz pubblicata, sebbene condividesse le stese conclusioni del precedente, sottolineava il fatto che “La maggior parte delle ricerche è stata condotta su madri lesbiche bianche che sono state educate, cresciute e risiedono in centri urbani relativamente progressisti, il più delle volte in California o negli Stati nord-orientali”.
Gli studi recenti, hanno risolto molti di questi problemi anche grazie al cambiamento del clima sociale che si è riscontrato nei confronti delle persone LGBT
Così ora esistono diversi studi ben strutturati effettuati su bambini sia di coppie gay che lesbiche, che dimostrano che i bambini cresciuti in nuclei eterosessuali e in nuclei omosessuali sono ugualmente sani sia a livello fisico che psicologico e abbiano le stesse abilità e probabilità di successo nella vita, nonostante le notevoli discriminazioni legali e sociali che le famiglie omosessuali continuano a subire (Short et al., 2007). Le principali associazioni di professionisti della salute mentale negli Stati Uniti, in Canada e in Australia non hanno identificato ricerche empiriche credibili che suggeriscano il contrario: dunque rendimento scolastico, sviluppo cognitivo, sviluppo sociale, salute psicologica, attività sessuale e prevalenza di abuso di sostanze sono sostanzialmente identiche tra i bambini indipendentemente dalla natura del nucleo familiare (Manning et al., 2014). La gamma di questi studi consente di trarre conclusioni abbastanza generalizzate sullo sviluppo psicosociale e sul benessere psicosociale dei bambini.
Inoltre la letteratura indica che il benessere finanziario, psicologico e fisico dei genitori migliora a seguito del matrimonio e che i bambini traggono ulteriore beneficio dall’essere cresciuti da due genitori all’interno di una unione legalmente riconosciuta, non sempre possibile tra coppie omosessuali. Esistono infine prove del fatto che le famiglie con genitori omosessuali sono più egualitarie nella distribuzione delle attività domestiche e di assistenza all’infanzia e che quindi i figli hanno meno probabilità di abbracciare ruoli tradizionali di genere.
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Questo apre al secondo interrogativo che riguarda l’orientamento sessuale dei bambini cresciuti in coppie omosessuali. Numerosi studi hanno esaminato questo scenario. Judith Stacey e Timothy Biblarz (2010) hanno concluso che i bambini con genitori lesbiche o gay sembrano meno tradizionalmente tipizzati per genere e hanno maggiori probabilità di essere aperti a relazioni omoerotiche, sebbene gli stessi bambini non si identifichino maggiormente come bisessuali, lesbiche o gay ma come eterosessuali. Gli stessi risultati sono stati identificati da recensioni più recenti. Infine, sebbene l’American Academy of Pediatrics (2005) abbia affermato che non ci sono differenze nei comportamenti di genere, ovvero negli interessi e negli hobby tra i bambini di genitori omosessuali rispetto a quelli di genitori eterosessuali, uno studio di Bos e Sandfort (2009) ha rivelato che i bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso si sentivano meno spinti a seguire gli stereotipi di genere.
PER CONCLUDERE…
In conclusione, la ricerca scientifica ha dimostrato costantemente che i genitori gay e lesbiche hanno le stesse capacità genitoriali delle coppie eterosessuali, e che i loro figli sono psicologicamente sani e ben adattati come quelli cresciuti da nuclei eterosessuali. Non vi sono studi rigorosi che dimostrino il contrario. Inoltre crescere in una famiglia omosessuale non aumenta la possibilità che il bambino lo sia (nessuna differenza di orientamento sessuale), sebbene questi bambini si rivelino più fluidi nell’identità di genere.
E chiaro da oltre 50 anni che sono i processi familiari (come la qualità e il benessere psicosociale dei genitori, la qualità e la soddisfazione delle relazioni all’interno della famiglia e il livello di cooperazione e armonia tra genitori) che contribuiscono a determinare il benessere e lo sviluppo psicologico dei bambini piuttosto che le strutture familiari di per sé, come il numero, il genere, la sessualità e lo stato di convivenza dei genitori. Ad ogni modo sarebbe interessante approfondire la tematica genetica-ambiente, sempre presente quando si parla di benessere psicologico e orientamento sessuale. In effetti, la stragrande maggioranza dei bambini cresciuti da coppie eterosessuali sono figli biologici della coppia (80% circa). Molto diversi sono i numeri delle coppie omosessuali.
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Sarebbe quindi utile condurre un’analisi separata tra i bambini adottati dalla coppia omosessuale, e che quindi non condividono il corredo genetico di nessun genitore, ed i figli biologici (ottenuti tramite fecondazione in vitro reciproca, maternità surrogata, inseminazione di donatori) che condividono parte del corredo genetico con uno dei genitori. Infine non possiamo non sottolineare che lo sviluppo psicosociale dei bambini sia di certo influenzato anche dal contesto extrafamiliare. I figli di eterosessuali hanno una probabilità sproporzionatamente maggiore (rispetto ai figli di coppie omosessuali) di crescere in contesti scolastici, di vicinato e sociali relativamente favorevoli, sebbene con differenze marcate tra uno stato e l’altro, ma anche tra le zone rurali e quelle metropolitane dello stesso paese, ed anche questo fattore dovrebbe essere approfondito.
A cura del Dottor Valerio Manippa
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Bibliografia:
-Belcastro, P. A., Gramlich, T., Nicholson, T., Price, J., & Wilson, R. (1994). A review of data based studies addressing the affects of homosexual parenting on children’s sexual and social functioning. Journal of divorce & remarriage, 20(1-2), 105-122.
-Biblarz, T. J., & Stacey, J. (2010). How does the gender of parents matter?. Journal of marriage and family, 72(1), 3-22.Bos, H., & Sandfort, T. G. (2010). Children’s gender identity in lesbian and heterosexual two-parent families. Sex Roles, 62(1-2), 114-126.
-Manning, W. D., Fettro, M. N., & Lamidi, E. (2014). Child well-being in same-sex parent families: Review of research prepared for American Sociological Association Amicus Brief. Population Research and Policy Review, 33(4), 485-502.
-Short, E., Riggs, D. W., Perlesz, A., Brown, R., & Kane, G. (2007). Lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBT) parented families. Melbourne: The Australian Psychological Society.
-Stacey, J., & Biblarz, T. J. (2001). (How) does the sexual orientation of parents matter?. American Sociological Review, 159-183.
-https://www.apa.org/pi/lgbt/resources/parenting-full.pdf