Come insegnare ai bambini a difendersi dai bulli

Mentre la Commissione giustizia della Camera cerca di stilare proposte di legge sul bullismo, nelle scuole il problema non è ancora del tutto risolto. Gli adulti non devono far finta di non vedere e di non sapere. I bulli vanno individuati e rieducati. Coloro che assistono ad atti di cyberbullismo non devono restare indifferenti ma venire in aiuto di chi è preso di mira. Nel frattempo che cosa può fare la vittima?

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Prendiamo il caso di Alessio, prima media. È amico di Marco da vari anni. Sono nella stessa squadra di basket. Ma siccome Marco vuole comandarlo a bacchetta, ultimamente si è un po’ allontanato da lui. Marco però lo cerca e quando sono insieme alterna, a momenti di amicizia, minacce, insulti e anche sberleffi sui social. Alessio non vorrebbe perdere l’amico, ma si sente umiliato per il modo in cui lui lo tratta.

«Alessio non è aggressivo e neppure prepotente. Non sono sicura che abbia gli strumenti per difendersi», spiega la mamma. «È sensibile e vorrei poterlo aiutare».

Le vittime preferite dai bulli

Si disquisisce molto su come frenare i bulli, assai meno su come rafforzare le vittime. E invece questo aspetto è cruciale perché, per quanto si possa contrastare e prevenire il bullismo, ci sarà sempre qualche bullo in circolazione.

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Quando un bambino viene aggredito frequentemente, occorre prima di tutto chiedersi se c’è qualcosa in lui che «attira» le aggressioni. Può darsi semplicemente che la scelta del bullo cada sul più mingherlino, sul più giovane o sul più isolato – non ha amici o fratelli che possano intervenire in sua difesa. Il bullo sceglie le sue vittime e non attacca chiunque.

Tra le vittime dei bulli ve ne sono alcune che li provocano e altre che non sanno difendersi quando vengono provocate. I bambini che non sanno difendersi possono avere atteggiamenti remissivi, sia perché non hanno assimilato alcuni apprendimenti sociali fondamentali (non hanno imparato i codici in vigore), sia perché magari sono abituati a essere maltrattati in casa dai fratelli, sia perché sono convinti che per essere accettati bisogna mostrarsi arrendevoli.

La «debolezza» può anche essere un tratto fisico come la bassa statura o il colore della pelle. C’è anche il caso, come quelli di Alessio, in cui gli attacchi del bullo sono dettati dal risentimento: l’amico è bulleggiato perché non accetta una posizione di subordine.

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Consigli pratici per difendersi dai bulli

Le vittime di bulli devono quindi assumersi la responsabilità di proteggere sé stessi nella consapevolezza che questo tipo di abilità è importante per la loro vita presente e futura. Ed è responsabilità degli adulti insegnare ai bambini a difendersi.

Contropiede

Una strategia efficace negli attacchi verbali (più frequenti tra le ragazze) è quella di sconcertare il bullo con risposte ad hoc. Per esempio, la risposta a «cicciona» è «grazie, molto gentile, io però sono intelligente». La risposta a «sei una sfigata!» è «tutta invidia!» oppure «hai un problema?» e così via mostrando di non dare importanza alle provocazioni. Ci si può allenare a casa sotto forma di gioco.

L’esercizio serve perché al momento opportuno non bisogna perdere la calma, ma esprimersi in modo chiaro e sicuro; bisogna anche stare eretti, guardare in viso l’interlocutore e poi allontanarsi.

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Il Linguaggio del corpo

Abbassare la testa, coprirsi la bocca o giocherellare con le mani sono segni di imbarazzo che è meglio evitare. Se qualcuno insulta non mettersi in un angolo, non curvare la schiena. Dopo aver valutato la situazione guardare in viso e dire deciso «non ti azzardare!» oppure allontanarsi. Se si capisce di essere in pericolo allontanarsi oppure cercare di confondere il bullo, poi avvicinarsi a un adulto.

Disinnescare un bullo

Le aggressioni fisiche sono quasi sempre precedute da aggressioni verbali. A chi aggredisce urlando si risponde con un tono di voce basso e lento. Una reazione che crea un effetto specchio per cui l’altro è indotto a usare toni meno alti. Un’altra modalità di disinnesco è ripetere ciò che l’altro ha appena detto: «Quindi tu dici che…». Nel mostrare di capirlo gli si spunta l’arma con cui sta per colpire: i bulli e le bulle non si aspettano di essere «capiti». Altra modalità, dire «ci vediamo…» andandosene. Tre respiri lenti e profondi servono a rilassarsi e a controllare lo stress.

Dire di «no»

Ci sono bambini che per farsi accettare o per gentilezza finiscono per farsi manipolare dagli amici e trovarsi coinvolti in cose che non avrebbero voluto fare o iniziative che non avrebbero voluto prendere. Non sanno dire no e si lasciano abbindolare dagli amici. Questi bambini devono sapere che è un loro diritto dire «no». Come dirlo? La formula più efficace consiste nel porre il no all’inizio della frase: «No, non mi piace», «no, ho altro da fare», «no, cercati qualcun altro».

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Lo si dice serenamente con un tono di voce fermo e guardando in volto l’interlocutore. È bene anche sapere che in alcune circostanze con talune persone le scuse invece di essere interpretate come segno di cortesia possono essere scambiate per debolezza.

Denunciare

Se il bullo ruba denaro o oggetti personali segnalarlo a un adulto. Idem se cerca di ricattare. Tenersi lontani da aree isolate senza supervisione.

Rafforzarsi

Imparare il karate o lo judo fa sentire più sicuri: si può respingere un attacco senza essere violenti.

Reagire all’ostracismo

Una forma affliggente di bullismo è l’esclusione dal gruppo. Coloro che sono insicuri sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’esclusione. Che fare? In ordine progressivo:

(a) se ne è al corrente può venire in aiuto un insegnante, un allenatore, un adulto che sa riorganizzare il gruppo intorno a un interesse comune dove anche il bulleggiato può svolgere un ruolo;
(b) l’escluso può avvicinare uno del gruppo, quello più amichevole, per ristabilire un contatto;
(c) può però anche decidere di non cercare a tutti i costi di essere accettato e di allargare la cerchia delle amicizie.

Avere amici su cui poter contare è un punto di forza, sia perché ci si sente più sicuri, sia perché è più facile per i bulli esercitare il proprio dominio su chi è isolato e senza appoggi. Dinamiche simili possono verificarsi anche all’inter- no delle parentele: tra fratelli, cugini, fratellastri.

Cyberbullismo

Chiunque vada in rete deve bloccare lo schermo del suo PC, tablet o smartphone con password. Non deve fornire informazioni sensibili su di sé e la propria famiglia. Deve prestare attenzione nel pubblicare video, foto o post propri o altrui. Deve segnalare alla polizia postale i contatti che infastidiscono, denunciare un falso profilo (lo sportello della sicurezza in cui si espongono le denunce: www.commissariatodips.it).

A tutti può capitare di essere bullizzati per i motivi più diversi, bisogna però tenere presente che le situazioni posso- no anche essere rovesciate e che il bullo è in genere più fragile di quanto possa apparire.

Autore: Anna Oliverio Ferraris, Docente di psicologia dello sviluppo alla «Sapienza» | Mind