L’insonnia? Non solo sintomo ma anche causa di disturbi mentali

Curando l’insonnia si curano anche disturbi mentali come paranoia e allucinazioni, depressione e ansia. L’insonnia da effetto di diverse malattie mentali a causa – o almeno con -causa – di tali disturbi. Un cambiamento non da poco, sia per le diagnosi sia per le terapie, che emerge da uno studio dell’Università di Oxford pubblicato da The Lancet Psychiatry.

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I ricercatori dello Sleep and Circadian Neuroscience Institute si sono avvalsi di un ampio studio coinvolgendo 3.755 studenti sparsi in 26 università del Regno Unito e divisi a caso in due gruppi per arrivare alla conclusione che curando l’insonnia si ha un miglioramento nei problemi psichiatrici. Unico tratto distintivo richiesto: i giovani dovevano soffrire di insonnia. Un quinto dei partecipanti è anche risultato essere in contatto con i servizi di igiene mentale.

DORMITE ANTI-PSICOSI

Per affrontare le difficoltà del sonno i ricercatori hanno scelto un trattamento di terapia cognitivo-comportamentale che è stato “somministrato” online a una metà dei volontari mentre l’altra metà era libera di ricorrere a trattamenti standard (gruppo di controllo).

Il primo gruppo dopo alcune settimane ha riscontrato un notevole miglioramento dell’insonnia insieme a piccoli, sostenuti riduzioni nella paranoia e nelle allucinazioni. Tali psicosi erano il primo obiettivo di indagine degli psicologi inglesi. Ma si sono registrati miglioramenti anche nella depressione, nell’ansia, negli incubi, nel senso di benessere psicologico.

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Daniel Freeman, il docente di psicologia clinica a Oxford che ha guidato la ricerca, dichiara: «problemi di sonno sono molto comuni nelle persone con disturbi mentali, ma per troppo tempo l’insonnia è stata banalizzata come puro sintomo di difficoltà psichiche, piuttosto che una delle cause.

Il nostro studio ribalta questa vecchia idea mostrando che l’insonnia può davvero contribuire all’insorgere di disturbi mentali. Aiutare le persone a dormire meglio potrebbe essere un primo passo importante per affrontare problemi psicologici ed emotivi».

«SONNIFERO» ONLINE

Il trattamento di terapia cognitivo-comportamentale è stato somministrato attraverso un programma online, in sei sessioni della durata di venti minuti, e comprendeva parti comportamentali, cognitive ed educazionali, tipo imparare ad associare il letto con il sonno, mettere da parte il tempo per pensare alla giornata trascorsa prima di coricarsi, predisporre l’ambiente adatto a facilitare il sonno.

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Il programma era interattivo nel senso che teneva conto dei «diari del sonno» giornalieri dei partecipanti per modulare le successive informazioni. Un altro dei ricercatori, Russell Foster, sottolinea: «Non solo questo studio offre una forte evidenza di un legame causale tra disturbi del sonno ed esperienze psicotiche, ma suggerisce un nuovo obiettivo per la cura delle psicosi e delle altre malattie mentali».

Un nuovo cammino terapeutico dove non è più lecito «disinteressarsi» dell’insonnia come uno spiacevole ma marginale effetto collaterale della malattia psichiatrica. Una particolarità di questa ricerca sta nel fatto – sottolineano gli studiosi – che è il più ampio esperimento randomizzato controllato mai fatto con un intervento psicologico per un problema mentale. E in questo studio la paranoia e le allucinazioni, due tipi di psicosi, hanno mostrato il più stretto legame con l’insonnia. La cui cura diventa, quindi, una priorità nella terapia.

IL SONNO DENTRO LA PSICHIATRIA

Lino Nobili, responsabile del centro della medicina del sonno all’Ospedale Niguarda di Milano, commenta: «Il messaggio fondamentale di questo studio è che chi ha un sonno migliore, ha migliori sintomi nel disturbo mentale».

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Poi spiega: «La deprivazione del sonno altera le funzioni del cervello principalmente nella zona frontale che, insieme con il lobo parietale, coordina il nostro pensiero e regola le funzioni del sé. Studi longitudinali dicevano che nel soggetto con insonnia aumenta il rischio di sviluppare la depressione.

Oppure, se la depressione c’è già, l’insonnia può agire da aggravante. Sì¸ la connessione sonno-depressione è nota da tempo. In effetti i primi studiosi a occuparsi del sonno furono gli psichiatri, poi si allontanati da questo tema, se ne sono disinteressati. Ora se risulta che le psicosi diminuiscono curando l’insonnia, sono indotti a riavvicinarsi a questo problema».

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Autore: Serena Zoli | Fonte: Fondazioneveronesi | Bibliografia: The effects of improving sleep on mental health (OASIS): a randomised controlled trial with mediation analysis, The Lancet Psychiatry